Secondo le stime dell'associazione nazionale americana degli ingegneri di corrosione (NACE) i costi legati alla corrosione stessa negli Stati Uniti sono stati di circa 276 miliardi di dollari nel 1998, per arrivare a superare la quota stratosferica di 1,1 “trillion” nel 2016. Nel settore delle reti idriche NACE stima che circa il 50% delle spese di manutenzione sia legato ai fenomeni di corrosione. Queste cifre contengono i danni legati direttamente alla corrosione delle strutture metalliche in esercizio e non i danni secondari causati dagli effetti della corrosione come perdite di prodotto trasportato, inquinamento, cedimento di infrastrutture.
Risulta quindi evidente come la prevenzione della corrosione debba assumere un ruolo sempre più importante per tutti quei gestori di infrastrutture che siano esposti a questo rischio.
Quando un oggetto metallico è immerso in un elettrolita, sia esso terreno, acqua di mare o calcestruzzo (parliamo in questo caso di corrosione ad umido) avviene un fenomeno elettrochimico che porta, in pratica, al vero e proprio discioglimento del metallo nell'ambiente circostante. Al di là del naturale comportamento del metallo, altri fenomeni come correnti elettriche disperse nel terreno, accoppiamenti galvanici tra metalli dissimili o sensibili differenze nel grado di ossigenazione di parti diverse della struttura in esame, possono concorrere al degrado della struttura stessa e alla conseguente perdita della sua funzionalità.
A fronte di una situazione di potenziale corrosione, la prevenzione ed il mantenimento delle infrastrutture coinvolte richiede un approccio ingegneristico che valuti la problematica nel suo insieme raccogliendo differenti competenze tecniche e integrando le soluzioni disponibili in un sistema complesso che ne garantisca l'integrità. Considerando le caratteristiche della struttura in oggetto, sia essa una tubazione interrata, un serbatoio o un'armatura del calcestruzzo armato, le sue condizioni operative e le specifiche condizioni ambientali, la problematica potrà essere affrontata con un'accurata selezione dei materiali, con l'applicazione di specifiche vernici e rivestimenti plastici, attraverso l'uso di sistemi basati sulla polarizzazione elettrochimica delle strutture interessate (noti come sistemi di protezione catodica) o con un'azione integrata di diverse tecniche.
Tra queste tecniche la protezione catodica è certamente una delle più efficaci ed economiche. Nella protezione catodica una corrente elettrica viene inviata da una sorgente di erogazione, regolata da un alimentatore o dipendente da un sistema di anodi galvanici, verso la struttura da proteggere attraverso l'ambiente che la circonda. Le reazioni elettrochimiche che si verificano alla superficie della struttura in oggetto all'ingresso della corrente ne determinano una modifica dello stato elettrochimico nota come polarizzazione. Tale polarizzazione rallenta significativamente le reazioni di corrosione, sia naturali che indotte da cause esterne, arrivando a renderle trascurabili.
In Italia, APCE, l'Associazione per la Protezione dalle Corrosioni Elettrolitiche, è diventata sin dal 1981 luogo di confronto e punto di riferimento per le aziende e gli operatori del settore. Negli ultimi anni, grazie all'esperienza accumulata, APCE è anche diventata, in tema di protezione catodica, l'organo tecnico di riferimento nei tavoli ministeriali e dell'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico.
APCE è impegnata a diffondere la cultura della protezione dalla corrosione attraverso l'erogazione di corsi di formazione specifici, l'organizzazione di giornate di studio e la pluriennale collaborazione con il mondo universitario.
Con questo scopo è stata organizzata, in collaborazione con l'Associazione Italiana di Metallurgia (AIM), la XII° edizione delle “Giornate Nazionali sulla Corrosione e Protezione” che si terranno quest'anno presso il Politecnico di Milano, dal 28 al 30 giugno 2017.
All'interno di questo convegno, il 29 giugno APCE curerà uno specifico workshop sulle reti idriche.
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