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Eolico offshore

Il suo ruolo della transizione energetica

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Una prospettiva globale

Secondo i dati diffusi dal Global Wind Energy Council, al termine del 2022, risultava installata una potenza di 64,3 GW derivante da impianti eolici offshore in tutto il mondo. Di questi, circa il 48 % si trova in Cina. In Europa, il Regno Unito, la Danimarca, i Paesi Bassi e la Germania rappresentano il 42,1% delle installazioni.

La strategia europea attuale prevede di aumentare la capacità eolica offshore per passare da 12 GW ad almeno 60 GW entro il 2030 e a 340 GW nel 2050. L'obiettivo è trasformare l'Europa nel 40% del mercato globale dell'eolico offshore entro il 2040 con un aumento della capacità installata all'incirca di 130GW entro i prossimi due decenni.

Nel resto del mondo, l'ambizione è molto simile, con il primato della Cina che rimarrà probabilmente invariato.

In generale è previsto un continuo aumento del numero di impianti eolici offshore su scala globale. Già nel 2019 l'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) nel report “Offshore Wind Outlook”, prevedeva l'aumento della potenza ricavata dall'eolico al punto da diventare la prima fonte di energia rinnovabile. Entro il 2026, secondo l'Agenzia, l'eolico offshore rappresenterà un quinto del mercato eolico globale.

E l'Italia?

Anche nel nostro Paese qualcosa si muove, sebbene ci siano degli ostacoli oggettivi che rallentano gli sviluppi di queste installazioni: caratteristiche dei fondali, la mancanza di un quadro normativo chiaro e sviluppato, la necessità di uno sviluppo della rete elettrica e così via. Negli ultimi sette anni, in Italia la potenza

eolica da nuove installazioni è stata di appena 2,8 GW, contro i target prefissati entro il 2030 per l'energia eolica che dovrebbe arrivare a 20-21 GW operativi. In quest'ottica, molta della potenza mancante potrebbe provenire dall'offshore (si stima

tra 6 e 9 GW, per cui bisogna però considerare che 2 GW serviranno a raggiungere l'obiettivo di installazione previsto per l'eolico offshore). Oggi, l'unico impianto offshore operativo in Italia si trova nel porto di Taranto, ma già nel corso del 2021, è stato registrato un trend di richieste di connessione in forte crescita, tanto che a maggio 2024, sulla base dei dati ufficiali Terna, risultano richieste di connessione da eolico offshore per circa 90 GW. Circa l'80% delle richieste è localizzato nelle regioni del Sud Italia e nelle isole maggiori.

Sviluppi futuri

Dagli Accordi di Parigi all'Agenda 2030, al NextGeneration EU, la ricerca di tecnologie per la produzione di energia sostenibile è stata costante in tutto il mondo. All'interno dello spettro delle fonti rinnovabili, quella eolica gioca un ruolo fondamentale.

La maturità del mercato dell'eolico, l'abbassamento dei costi e l'aumento della vita utile degli aerogeneratori hanno facilitato l'afflusso di investimenti e l'aumento

del numero dei progetti al vaglio.

L'eolico onshore, su terra, rimane ancora dominante, ma questa tecnologia riscontra alcune problematiche relative, ad esempio, alla saturazione delle ubicazioni degli impianti.

Dopo oltre 30 anni dall'installazione della prima turbina eolica in mare, nel parco eolico di Vinbedy in Danimarca, l'attenzione sull'eolico offshore torna a crescere.

Questi dati sono tratti dal whitepaper “Eolico Offshore: il futuro della transizione energetica”, a cura dal team Energy di Stantec, società leader nella progettazione e consulenza ingegneristica ed architettonica. Per leggere tutto l'approfondimento scarica il whitepaper.

Per contattare Stantec e i suoi esperti di energia: Contatti



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