Con la fine della stagione invernale e lo spegnimento dei sistemi di riscaldamento si impone all'ordine del giorno il tema della manutenzione degli impianti, che con l'invecchiamento, ad ogni stagione termica, necessitano manutenzione attenta e opportuna.
Questo aspetto è rilevante non solo per garantire il corretto funzionamento delle macchine, ma anche per garantire la sostenibilità ambientale dell'apparecchio. Attraverso l'uso l'impianto riduce infatti la propria efficienza e bastano piccoli fattori (come per esempio la temperatura dell'ambiente) per produrre significativi effetti negativi sulle emissioni. La legge di riferimento, il DPR 74/13, ha introdotto soglie precise e corrispondenti periodicità che devono essere rispettate per il controllo degli impianti; tuttavia, come scientificamente dimostrato da uno studio comparativo di Innovhub - Stazioni Sperimentali per l'Industria, impianti con differenti combustibili mostrano diversi gradi di deterioramento. Dallo studio emerge che gli impianti a biomassa sono maggiormente soggetti agli effetti del deterioramento proprio per la natura del combustibile e del processo di combustione.
Resta comunque un punto molto importante da sottolineare. Se è vero gli obblighi sono chiari, è altrettanto vero che le macchine che producono calore per una soglia inferiore a quelle stabilite non devono effettuare i controlli di efficienza energetica e quindi non sono soggette neanche ad accertamenti e ispezioni. Ne consegue quindi che, per esempio, la maggior parte degli impianti unifamiliari a gas naturale e GPL - combustibile ad alto potere calorifero e contenute emissioni inquinanti - avendo una potenza superiore alla soglia imposta sono soggetti a controlli, mentre molti degli apparecchi a biomassa, avendo una potenza inferiore a tale soglia non sono soggetti a controlli obbligatori, nonostante sia stato accertato dalla ricerca che il maggior decadimento produca un livello più alto di inquinamento.
“In pratica, ciò che emerge come conseguenza sia dell'applicazione sia della disapplicazione delle normative vigenti, è un quadro d'insieme nel quale gli impianti a gas e GPL risultano censiti e sottoposti a manutenzioni e controlli in misura ben maggiore rispetto agli apparecchi domestici a biomassa” sintetizza chiaramente Innovhub.
“In assenza del metano, e in Italia sono ancora molte le aree non allacciate alla rete, la scelta di biomasse o GPL, per esempio, può comportare non solo costi differenti e manutenzioni più accurate ma anche una questione legata all'aria che respiriamo e, di conseguenza, di impatto sulla nostra salute” commenta quanto emerge dalla ricerca Andrea Arzà, Amministratore Delegato di Liquigas, principale distributore di GPL a livello nazionale.