Il settore del riscaldamento è ormai annoverato da più parti tra le cause dell'inquinamento dell'aria nelle nostre città, in particolare per quanto riguarda le emissioni di polveri sottili. Non tut-ti i combustibili né tutte le caldaie sono però uguali ed è necessaria una maggiore consapevolezza in merito alle scelte effettuate in questo ambito. Prima di tutto è importante limitare l'uso di car-buranti altamente inquinanti come il gasolio e il Btz per il riscaldamento, ancora molto usati in Ita-lia e la cui eliminazione potrebbe portare ad importanti benefici ambientali: secondo i dati raccolti da Liquigas, primo operatore italiano nella distribuzione di GPL e GNL, nel 2015 gli utenti che sono passati da olio combustibile (Btz) e gasolio a Gpl e Gnl, hanno evidenziato importanti miglioramen-ti sia sul fronte della CO2 che su quello del Pm10. Per il Gpl si tratta di riduzioni del 44,4% rispetto al gasolio e del 96,6% rispetto al Btz; per il Gnl i risultati sono ancora migliori con una riduzione delle emissioni del 94,4% rispetto al gasolio e del 99,7% rispetto al Btz.
Un recente studio condotto dalla Stazione Sperimentale della Camera di Commercio di Milano, In-novhub, ha messo ulteriormente in luce le differenti caratteristiche dei combustibili, in particolare fonti gassose e biomassa, fornendo una importante indicazione comparativa.
Lo studio ha evidenziato una marcata differenza fra le emissioni inquinanti dei vari combustibili con un incremento progressivo di due ordini di grandezza nelle emissioni di PM passando dai combustibili gassosi e il gasolio al pellet e di un altro passando dal pellet alla legna da ardere. An-che per quanto riguarda gli specifici valori di CO, le piccole caldaie a combustibili gassosi eviden-ziano emissioni da tre a sei volte inferiori al pellet e cento volte inferiori alla legna. Nel caso degli ossidi di azoto le differenze sono meno marcate, i valori relativi al pellet sono circa tre volte quelli rilevati per i combustibili gassosi e per il gasolio. Per quanto concerne gli IPA, con specifica atten-zione al Benzo(a)Pirene come specie di riferimento, i valori più alti, in questo studio, sono stati mi-surati sul pellet benché valori estremamente più elevati siano riportati per la legna; al contrario la concentrazione nei fumi delle caldaie a gas naturale e GPL è risultata non rilevabile.
Oltre alle caratteristiche del combustibile, vanno inoltre prese in considerazione anche le perfor-mance degli apparecchi: per quanto riguarda il pellet ad esempio, impianti per cui non è previsto dalla legge un controllo annuale, nel caso di stufe a 3 stelle sono state misurate concentrazioni di PM più che doppie rispetto a quelli 4 stelle, quando alimentati con combustibile di classe A1. U-gualmente infatti la qualità del pellet influenza notevolmente le emissioni. I valori possono più che triplicare passando dalla classe A1 alla classe A2. Utilizzando un pellet di qualità inferiore (A2) peg-giorano significativamente le emissioni con entrambe le tipologie di apparecchi, senza che si os-servino marcate differenze fra un apparecchio e l'altro.