Alle elezioni politiche del 2018, sui temi energetici si presentò il “partito del 2050” (v. Staffetta 26/01/18): tutti i candidati lanciarono la palla avanti, all'obiettivo dell'azzeramento delle emissioni a metà del secolo. Le emergenze che si sono succedute nell'ultimo anno hanno dimostrato che, oltre a temi alti e sguardi lunghi, servono anche – soprattutto, in questi frangenti – soluzioni concrete nel breve e medio termine.
Si dovrà partire dal 2023, cioè dalle scelte da fare con la prossima legge di bilancio: sarà prorogato il taglio degli oneri di sistema? Sarà reso strutturale? Con quali coperture (debito o altre poste)? E il taglio delle accise, con i prezzi dei carburanti in calo? Si forzerà la mano sui rigassificatori galleggianti, in particolare su Piombino? Si proseguirà con la diversificazione degli approvvigionamenti di gas? Sulle rinnovabili: quale sarà la strada per accelerare? Altre semplificazioni? Potenziamento (economico) della Commissione Via? Poteri sostitutivi? Si massimizzerà la produzione nazionale di gas? Come si risolveranno i nodi del Superbonus? Quanta spinta si darà alle comunità energetiche? Con quali strumenti? Quali strumenti, quali fondi saranno utilizzati per la riconversione dei settori (auto e raffinazione in testa) in prima linea nella transizione?
Domande che, a grandi linee, sono quelle che Draghi ha posto al Senato nel suo ultimo discorso, in merito ai temi energetici, e che si inseriscono in quelle di più ampio respiro sul posizionamento internazionale dell'Italia, sulle grandi riforme economiche, sulla disciplina di bilancio e sulle risposte da dare alla crisi sociale, tutti fronti su cui più caldo sarà lo scontro elettorale.
Quanto all'energia, nella legislatura che va a concludersi abbiamo toccato con mano i danni di posizioni politiche astratte e approssimate – una su tutte il blocca trivelle, che non ha ridotto di una tonnellata le nostre emissioni, contribuendo nel frattempo ad aumentare la nostra dipendenza dall'estero. Ecco, in questa campagna elettorale, al “partito del 2050” dovrebbe sostituirsi il “partito del frattempo”: tutti vogliamo azzerare le emissioni al 2050, ma cosa facciamo nel frattempo?