Nel Cura Italia ci sono ben poche misure specifiche per il settore energetico. Una è stata aggiunta nella notte con un emendamento: una proroga di sette mesi per la “regionalizzazione” delle concessioni idroelettriche – che diventa molto più consistente per le Regioni interessate da elezioni nel 2020 (Veneto e Marche, tra le altre). La modifica era stata chiesta a gran voce da Elettricità Futura e Utilitalia che con un durissimo comunicato diffuso venerdì scorso avevano chiesto addirittura una moratoria, esprimendo “grande preoccupazione per una visione localistica” e per una “logica di appropriazione locale delle risorse produttive”.
La regionalizzazione, ricordiamo, fu ottenuta nel 2019 dalla Lega come contropartita del blocca-trivelle nel “patto scellerato” con il M5S sul Decreto semplificazioni (v. Staffetta 04/03), senza che ci fossero particolari proteste da parte delle associazioni di settore. Ora la proroga è stata approvata con un emendamento firmato in una prima versione da esponenti delle Autonomie e di Italia Viva, cui poi si sono aggiunti diversi senatori leghisti (Salvini in primis). L'emendamento è stato “rivendicato” anche da alcuni deputati grillini.
È chiaro che questa proroga risponde al fatto che le Regioni maggiormente interessate (Piemonte e Lombardia) hanno ben altre priorità in questo momento – e quindi non può essere interpretata come un passo indietro “politico”. Ma intanto la proroga è lì. Sul blocca trivelle, invece, nessun cenno di “ravvedimento”.