Sui circuiti elettronici internazionali le quotazioni del petrolio hanno avviato la settimana in leggero calo, col Brent che comunque è ben posizionato sopra quota 60 e il cambio euro/dollaro leggermente sceso a 1,10. La notizia della morte del capo dell'Isis Al Baghdadi, ucciso in Iraq durante un'operazione della Cia, non sembra aver avuto alcuna influenza sull'andamento dei greggi che continuano a oscillare in modo contenuto intorno a quota 60. Intanto, dagli Usa arrivano indicazioni rialziste sui movimenti speculativi. Secondo le ultime comunicazioni della Cftc, le posizioni nette lunghe sui futuri del Wti degli investitori non commerciali sono aumentate di 9.288 contratti nell'ultima settimana, inanellando il secondo aumento consecutivo dopo diverse settimane di cali (v. tabella). Ieri il Fondo monetario internazionale ha abbassato le previsioni di crescita economica dell'intero Medio Oriente, sottolineando che l'Iran avrebbe bisogno del prezzo del barile addirittura a 194,6 dollari nel 2020 per far tornare in attivo il bilancio statale. Anche l'Arabia Saudita avrebbe bisogno del prezzo del barile più alto: a 86,5 dollari quest'anno e a 83,6 dollari l'anno prossimo. Lunedì il Paniere Opec, composto da 14 greggi diversi, è sceso a 61,65 dollari al barile (-0,51), il Light crude a 55,81 (-0,85), il Brent a 61,57 (-0,45). In merito ai prodotti, la media delle quotazioni Cif di lunedì della benzina 10 ppm è scivolata a 601,5 dollari alla tonnellata (-1), quella del gasolio 10 ppm a 596,13 (-7,38), del risca 0,1 a 578,63 (-5,38), del Btz a 393,63 (-5,5), l'Atz a 227,75 (-8,5). Nell'ambito di una forchetta indicativa, le quotazioni di lunedì in dollari tonnellata (in parentesi euro/tonnellata): benzina 10 ppm 613/608 (553/548), gasoli 568/598 (507/539), Btz 330/399 (298/360), Atz 198/244 (179/220). Cambio euro/dollaro di lunedì a 1,1087.