Dopo l'operazione di Padova di inizio dicembre (v. Staffetta 03/12), questa mattina un nuovo colpo al traffico illecito di prodotti petroliferi viene da Gorizia. Si è infatti conclusa con la denuncia di 64 responsabili e 13 arresti l'operazione Traffic, un'imponente attività di polizia giudiziaria finalizzata al contrasto del traffico illecito internazionale di gasolio, sviluppata dalla Guardia di Finanza di Gorizia. L'operazione, si legge in una nota, ha consentito di sequestrare, nel corso dell'anno, 21 autoarticolati e complessivi 764.000 litri di gasolio (valore commerciale di oltre un milione di euro) e beni per un valore 3,6 milioni di euro, tra cui 13 immobili e 7 distributori clandestini di carburante privi di ogni autorizzazione.
Gli sviluppi investigativi successivi ai numerosi sequestri di prodotto petrolifero effettuati in flagranza di reato hanno inoltre consentito di accertare il consumo in frode, sul territorio nazionale, di ulteriori 9 milioni di litri di prodotto petrolifero e l'omesso versamento di accise per l'importo di 5,6 milioni di euro. L'importazione illegale di gasolio, prosegue la nota della GdF, “negli ultimi anni ha subito una forte e preoccupante espansione”.
II prodotto petrolifero, trasportato all'interno di autoarticolati privi di ogni requisito di sicurezza ai fini del trasporto di merci pericolose, proveniva solitamente da raffinerie ubicate in Slovenia, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria e, una volta oltrepassato il confine, veniva immesso in consumo senza aver assolto il pagamento delle accise, in numerose località del territorio nazionale, tra cui le province di Bari, Foggia, Napoli, Salerno, Latina, Frosinone, Roma, Brescia, Pistoia, Milano, Verona, Bergamo, dove veniva stoccato in veri e propri depositi di carburante abusivi e successivamente venduto a privati cittadini per essere utilizzato nei comuni mezzi di trasporto.
Il prodotto, dichiarato come olio lubrificante, è risultato dalle analisi chimiche essere invece una composizione di 80% di gasolio e 20% di olio vegetale, idoneo a garantire la carburazione in motori diesel. Il prodotto veniva scortato con documenti che attestavano fantasiose destinazioni finali (Malta, Cipro, Spagna ecc) per evitare il pagamento delle accise nel territorio nazionale. In molte occasioni i carichi di prodotto venivano trasportati ricorrendo ad autoarticolati anonimi scortati da staffette in grado di avvisare i conducenti della presenza di posti di controllo e prima di metterlo in vendita veniva miscelato con olio vegetale in modo da lucrare maggiormente. L'uso prolungato del prodotto per i comuni mezzi di trasporto (autovetture, camion, ecc...) avrebbe procurato conseguenze negative sui motori.
L'attività di polizia giudiziaria ha avuto inizio dai servizi di controllo presso i maggiori valichi di ingresso del territorio nazionale e si è sviluppata inizialmente sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Gorizia. Diverse altre Procure sono state interessate, in relazione al luogo di destinazione e di immissione in consumo del prodotto petrolifero. I reati contestati sono l'associazione per delinquere transnazionale, la sottrazione all'accertamento e al pagamento dell'accisa sugli oli minerali, la frode in commercio, la falsificazione dei documenti di trasporto attraverso l'indicazione nelle lettere di vettura internazionali di società destinatarie fittizie con sede in Spagna, Grecia, Malta, Cipro.
Parte del prodotto sequestrato pari a 496.670 litri, su autorizzazione dell'Autorità Giudiziaria, è stato assegnato per finalità istituzionali, anche grazie alla recente legge 43/2015, ad alcuni Enti, come il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, l'Esercito Italiano, la Croce Rossa.