La decarbonizzazione contribuirà a far scendere i prezzi dell'elettricità ma i cambiamenti richiederanno tempo e il gas continuerà a determinare in gran parte il prezzo "almeno fino alla metà del decennio 2030". E' quanto si legge nel report Draghi sulla competitività UE presentato ieri, che pur affermando la necessità di mantenere il sistema del prezzo marginale, torna sull'annoso tema del disaccoppiamento tra power e gas.
"Al 2030 - si legge ancora - anche con una quota di rinnovabili attesa in aumento dal 46% al 67% del mix di generazione UE, le ore durante cui si prevede che la generazione basata su fonti fossili fisserà il prezzo resteranno in gran parte le stesse del 2022".
Nell'anno dell'emergenza prezzi "il gas ha fissato il prezzo in UE in media nel 63% delle ore, nonostante coprisse solo un 20% del mix", recita ancora il report. "Alti prezzi del gas significheranno quindi alti prezzi dell'elettricità almeno fino alla metà degli anni 2030, quando i generatori a fonti fossili inizieranno a essere sempre più spiazzati" dalle fonti alternative.
Per questo, aggiunge lo studio, nonostante il gas impatti solo una porzione limitata dell'economia in termini di consumi diretti, il suo ruolo nella generazione elettrica significa che aumenti di prezzo del gas possono impattare su tutta l'economia.
Tale fattore, evidenzia il rapporto, si manifesta ovviamente con una forte variabilità da Paese a Paese. Ad esempio sempre nel 2022 l'Italia, dove l'incidenza del gas nel mix è più alta in UE (>40%) e più elevato è il numero di ore in cui fissa il prezzo (circa il 90%), sia stata stabilmente tra i Paesi col prezzo più alti, mentre la Svezia (rispettivamente 1% e 20% circa) tra quelli con i prezzi più bassi.
In quest'ottica, come visto ieri, da un lato lo studio suggerisce una serie di iniziative per contenere il prezzo del gas - diversificare le fonti di import stringendo accordi con partner affidabili, acquisti collettivi, cercare di ridurre l'esposizione del pricing gas ai mercati spot, regolare meglio il trading con limiti e un miglior monitoraggio - dall'altro chiede di accelerare sulla decarbonizzazione, favorendo lo sviluppo delle rinnovabili, ma anche delle reti (locali e transfrontaliere), degli accumuli, del demand response (senza dimenticare una quota di nucleare, idrogeno e Ccus) e promuovendo Cfd, Ppa e autoconsumo, con particolare riferimento ai consumatori industriali, che se esposti alla concorrenza globale dovrebbero anche poter beneficiare di forniture di speciale favore.