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Energia Elettrica

di A. Sileo e N. Cusumano

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Consumatore medio o consumatore tipo?

Negli aggiornamenti delle bollette si prende a riferimento un "cliente tipo" non rappresentativo

Sui quotidiani di oggi l'aumento delle bollette ha occupato quasi tutte le prime pagine, come, anzi più di quanto avviene solitamente quando c'è un aumento. E poiché quest'ultimo è stato a dir poco rilevante non sono mancati i caratteri cubitali.

Sull'argomento e sull'entità dell'aumento – che sarebbe stato maggiore se non ci fosse stato un nuovo rinvio dell'incasso delle componenti di recupero e perequazione – ci sarebbe molto da scrivere, a cominciare proprio dal debito elettrico, ma nelle righe che seguono ci limiteremo ad affrontare, peraltro brevemente, alcune piccole questioni metodologiche.

Anche perché, come per il funzionamento di Torrevaldaliga Nord, anche per le tutele di prezzo paiono esserci - ancora una volta - tutti i prodromi perché si vada oltre le scadenze prefissate.

L'aggiornamento delle condizioni economiche di fornitura ha indubbiamente il merito di portare al centro dell'attenzione le bollette con cadenza periodica offrendo una facile sintesi a cui i media attingono a piene mani. Spiace rilevare che nelle redazioni di questi ultimi sopravvivano terminologie del secolo scorso (utenti, tariffe) più adatte al Cipe che alla contemporaneità di un mercato liberalizzato. Così come duole che non sempre venga chiarito che l'aumento – la diminuzione fa sempre meno notizia – si riferisce ai soli consumatori che si trovano nel mercato tutelato.

Ecco, proprio su un'altra generalizzazione verte la nostra prima critica: come noto i numeri del comunicato stampa si riferiscono ad una famiglia tipo, che avrebbe consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all'anno, con una potenza impegnata di 3 kW, mentre per il gas naturale i consumi si attesterebbero a 1.400 metri cubi annui.

Tali valori però, ad eccezione della potenza impegnata, sono ben maggiori dei consumi medi dei consumatori domestici italiani. Dalla lettura della relazione annuale dell'Arera risulta infatti che il consumo medio domestico nell'energia elettrica nel 2021 è stato di 1.925 kWh per i clienti in maggior tutela e di 2.111 per quelli passati al mercato libero, per il gas naturale il consumo medio è stato di 868 metri cubi (considerando anche i condomini), il valore di 1.400 non è stato raggiunto in nessuna regione italiana, in Val d'Aosta, dove notoriamente fa molto più freddo che in Sicilia, non si è andati oltre i 1.314 metri cubi.

È chiaro che utilizzare come valori di riferimento con consumi più alti della media amplifica gli effetti sulla spesa, cosa che incidentalmente adesso fa anche comodo per rafforzare l'attenzione al risparmio, di cui fin troppo abbiamo bisogno, ma non crediamo sia particolarmente rappresentativa.

Così come dubbi pone il confronto con il trimestre (prossimamente mese per il gas) precedente. Il quarto trimestre di quest'anno viene quindi confrontato con il terzo, cosa che ci ha portato un aumento del 59%, ma se il confronto fosse fatto – a parità di periodo – con il quarto trimestre 2021, con gli stessi consumi, la spesa sarebbe più alta del 250%. Che insomma fa tutto un altro effetto.




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