A tre settimane dalle elezioni del 25 settembre, la Staffetta ha sottoposto ai responsabili energia dei principali partiti una serie di domande sui temi energetici all'ordine del giorno: taglia bollette, tetto ai prezzi, riforma mercato elettrico, tassa sugli extraprofitti, semplificazioni, riconversione industriale, auto elettrica e biofuel, superbonus, Pnrr, gas nazionale, rigassificatori, razionamenti, ruolo del mercato. In questo servizio presentiamo una sintesi delle risposte. Le interviste integrali sono disponibili ai seguenti link:
Nicola Procaccini (FdI)
Chiara Braga (PD)
Paolo Arrigoni (Lega)
Gianni Girotto (M5S)
Luca Squeri (FI)
Giuseppe Zollino (Terzo Polo)
Angelo Bonelli (Verdi SI)
TAGLIA BOLLETTE E SCOSTAMENTO
PD, Lega, M5S e Terzo Polo concordano sulla necessità di continuare con gli interventi straordinari per ridurre il costo delle bollette. La Lega chiede esplicitamente di continuare anche con le misure taglia accise e sottolinea la necessità di attuare rapidamente le norme su electricity release e gas release previste dal DL Energia. Per quanto riguarda la possibilità di finanziare gli interventi con uno scostamento di bilancio, FI e FdI considerano lo scostamento un'opzione “estrema” ma percorribile, il PD preferirebbe evitarlo finanziando invece gli interventi con il recupero della tassa sugli extraprofitti, mentre la Lega ritiene che lo scostamento vada “valutato seriamente” e il M5S che, se i prezzi continuano ad aumentare, sia “difficile non considerarlo concretamente”.
COME FARE IL TETTO AL PREZZO DEL GAS
Tutti i partiti condividono la proposta del governo Draghi di fissare un price cap al gas a livello europeo. Pochi degli intervistati, però, avanzano proposte su come strutturarlo. Il leghista Arrigoni immagina un tetto al prezzo fissato a livello comunitario e modellato sul “tope” adottato da Spagna e Portogallo (v. Staffetta 09/06). Il candidato del Terzo Polo Zollino chiede che venga fissato un tetto al prezzo che si forma nella borsa di Amsterdam, il Ttf, che funziona da prezzo di riferimento per il mercato gas europeo. Il centrosinistra chiede che, se in Europa non si raggiungerà un accordo tra gli Stati, l'Italia metta un tetto al livello nazionale. In particolare, la deputata PD Braga chiede di introdurre “in via transitoria” “un regime di prezzi amministrati per l'energia elettrica”. Il leader dei Verdi-SI Bonelli propone invece di adottare un price cap nazionale sul modello del “tope” iberico. Il centrodestra sottolinea le distorsioni che produrrebbe un cap imposto solo a livello nazionale.
COME RIFORMARE IL MERCATO ELETTRICO
Tutti i partiti sono favorevoli al disaccoppiamento del prezzo dell'elettricità prodotta bruciando gas, che ha costi di produzione dettati dai prezzi del gas alle stelle, da quella prodotta da fonti rinnovabili, che ha costi di produzione più bassi. La riforma, sottolineano i responsabili Energia, va fatta a livello europeo. Anche qui, in pochi sembrano aver le idee chiare su una possibile riforma. Il candidato del Terzo Polo Zollino vorrebbe che il Gse acquistasse, “a prezzo negoziato”, tutta la produzione rinnovabile e a carbone. Il prezzo dell'elettricità rinnovabile verrà fissato sulla media del prezzo tra il 2015 e il 2019, quello dell'elettricità generata a carbone sulla base dei costi del combustibile. Il senatore leghista Arrigoni avverte che il disaccoppiamento potrebbe far venir meno “le condizioni per investire sullo sviluppo delle rinnovabili”. A livello nazionale, continua Arrigoni, potrebbe essere utile “perfezionare” la norma sugli extraprofitti delle rinnovabili inizialmente prevista con il DL Sostegni ter (v. Staffetta 28/01). La deputata PD Braga propone di “consentire a ogni tipo di fornitore di presentare un proprio prezzo”, “più coerente” con i costi di produzione.
LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI
Il PD, la Lega, il M5S e Verdi-SI si dichiarano favorevoli al prelievo sugli extraprofitti, con accenti diversi. Se, da una parte, la Lega sottolinea gli “elementi distorsivi” da rimuovere, in particolare i periodi temporali di riferimento e l'inclusione delle operazioni straordinarie nella base imponibile, il PD e il M5S insistono sulla necessità di recuperare gli incassi non pagati, mentre i Verdi-SI chiedono di portare la tassa “anche al 100%” perché si tratta di profitti “frutto esclusivamente dei prezzi speculativi”. La Lega, inoltre, chiede di allargare il prelievo a banche e intermediari finanziari, il M5S a assicurazioni e farmaceutica. Il senatore del M5S Girotto, nel contributo, illustra una proposta dettagliata per aumentare il prelievo sulle aziende del settore energetico fossile.
IL NODO AUTORIZZAZIONI
L'Italia è un Paese che autorizza pochi impianti e lo fa molto lentamente. Spesso, poi, le autorità paesaggistiche, gli enti locali e i residenti si oppongono alla realizzazione, che si tratti di impianti rinnovabili, rigassificatori o impianti di gestione dei rifiuti. Come si risolve il problema? FdI propone di “allentare vincoli e passaggi burocratici”, il PD auspica un uso “più diffuso ed efficace” dello strumento del dibattito pubblico, la Lega di potenziare le compensazioni per i territori, FI di puntare su una pianificazione e sulla condivisione degli sforzi a livello regionale, il Terzo Polo di continuare con le semplificazioni e di coinvolgere i territori. Il M5S chiede un maggiore coinvolgimento dei cittadini quando si tratta di infrastrutture gas mentre, per le rinnovabili, chiede di continuare con le semplificazioni, eliminando i “pareri discrezionali” del ministero dei Beni culturali, di fissare obiettivi di condivisione degli sforzi, di procedere con le aree idonee. A questo proposito, ricorda che manca ancora il decreto attuativo del Mite. Verdi-SI lamentano che finora la commissione Pnrr Pniec “non ha autorizzato nemmeno un impianto”: perciò, spiega Bonelli, sarebbe necessario un commissario per le autorizzazioni degli impianti rinnovabili.
COME RICONVERTIRE I SETTORI TRADIZIONALI
I partiti concordano sulla necessità, nella transizione energetica, di sostenere la riconversione dei settori tradizionali, come l'auto e la raffinazione. Poche sono invece le proposte su come riconvertire questi settori: secondo il PD e Verdi-SI si deve agire con fondi europei come, sottolinea la deputata PD Braga, il fondo Sure 2 e il Just Transition Fund; secondo il responsabile Energia del M5S Girotto c'è bisogno di un Energy Recovery Fund a livello europeo e di un sistema di incentivi che premi l'“innovazione tecnologica per la transizione”; il candidato del Terzo Polo Zollino propone politiche di defiscalizzazione degli investimenti in nuove tecnologie sul modello di Industria 4.0. Il leghista Arrigoni evidenzia l'importanza di creare una filiera nazionale per le componenti di fotovoltaico, eolico e batterie.
AUTO ELETTRICA E BIOCARBURANTI
Con il pacchetto Fit for 55, la Commissione europea ha deciso che dal 2035 si potranno vendere solo auto elettriche. La decisione è stata appena approvata da Parlamento e Consiglio europeo (v. Staffetta 30/06). Il centrodestra ritiene che si tratti di una scelta “illogica se non folle” e da rivedere, dando spazio a biocarburanti, e-fuel e idrogeno, mentre si schierano dalla parte della Commissione il centrosinistra e il M5S. Secondo il Terzo Polo, lo stop al motore endotermico va rivisto “perché troppo affrettato”. Zollino propone un sistema di crediti per biocarburanti, e-fuel e idrogeno. La Lega propone di passare a una valutazione delle emissioni auto basata sul ciclo di vita, mentre il M5S afferma che, anche calcolate sul ciclo di vita, le emissioni delle auto elettriche sono più basse delle emissioni delle auto tradizionali. Per quanto riguarda il ruolo dei biocarburanti e gli e-fuel, secondo il PD avranno un ruolo nel trasporto pesante. Concorda il M5S, che però sottolinea che questo ruolo sarà “transitorio”, mentre per l'idrogeno la competizione con le auto a batteria “è aperta”. I Verdi-SI ritengono che il ruolo di biocarburanti ed e-fuel dovrà essere “necessariamente marginale” e limitato, per esempio, al trasporto aereo.
PROROGA E CORREZIONI AL SUPERBONUS
Il Superbonus 110% è la misura di risparmio energetico più importante approvata durante questa legislatura. I partiti, con l'eccezione del Movimento 5 Stelle, propongono di rivedere il bonus diminuendo le percentuali di detrazione. Il PD propone un nuovo bonus con un “orizzonte temporale certo” e con percentuali di detrazione vincolate ai redditi. La Lega chiede di puntare soprattutto sull'efficientamento delle prime case in bassa classe energetica e delle case popolari. Il M5S vuole legare l'incentivo al reddito e ai risultati conseguiti in termini di efficienza, eliminando l'installazione di caldaie a gas dagli interventi incentivabili. Quest'ultima richiesta è avanzata anche da FI e da Verdi-SI. FI chiede poi di legare l'incentivo ai risultati di risparmio energetico ottenuti. Il Terzo Polo chiede di cancellare il Superbonus e sostituirlo con incentivi legati al reddito del beneficiario.
MODIFICHE AL PIANO DI RIPRESA
Per quanto riguarda il Piano di ripresa, Lega e FdI chiedono di rivederlo inserendo finanziamenti per le infrastrutture gas, come previsto anche dal piano RepowerEU della Commissione europea (v. Staffetta 18/05). Il PD sottolinea che le regole europee impediscono di modificare il Pnrr. FI chiede di aumentare gli investimenti nelle rinnovabili termiche, anche rivedendo le previsioni del Piano energia e clima. Il Terzo Polo chiede di attuare il piano “così com'è” e ricorda che RepowerEU consente di investire fondi sulle infrastrutture gas, sulle rinnovabili e sull'efficienza. Verdi-SI dicono che il piano non dev'essere modificato.
PRODUZIONE DI GAS NAZIONALE
Il centrodestra, il Terzo Polo e il PD condividono la scelta del governo Draghi di aumentare la produzione di gas nazionale nelle aree previste dal Pitesai. FdI è favorevole a rivedere il Pitesai per riprendere le estrazioni in Adriatico. Anche la Lega è favorevole a rivedere il Pitesai, così come FI se “ci sono gli spazi per farlo”. Il Terzo Polo è d'accordo a “individuare nuove aree di estrazione”. Il PD, invece, chiarisce che il Pitesai non dev'essere modificato. Il M5S non risponde nel merito ma sottolinea che il Pitesai non dev'essere modificato. Verdi-SI ritengono “illusorio e offensivo” pensare di poter utilizzare il gas nazionale per ridurre la dipendenza dall'estero e i costi delle bollette.
RIGASSIFICATORI A PIOMBINO E RAVENNA
PD, Lega, FI e Terzo Polo concordano sulla scelta del governo di installare i due rigassificatori galleggianti a Piombino e Ravenna. Il PD sottolinea, però, che deve trattarsi di una “soluzione ponte” e che bisogna pensare a compensazioni ambientali per la città di Piombino. La Lega vuole installare un terzo rigassificatore a Gioia Tauro o a Porto Empedocle rimuovendo i limiti della rete di trasporto Snam tra Nord e Sud Italia. Il M5S dà una risposta evasiva sulla localizzazione e sottolinea che non si può derogare sulla valutazione ambientale dei progetti e sul dialogo con il territorio. Verdi-SI dicono di non condividere la scelta di Piombino e sottolineano che il rigassificatore di Piombino, in ogni caso, entrerà in esercizio “a inverno passato”.
PIANO DI RAZIONAMENTO GAS
Nel caso di interruzioni dei flussi di gas dalla Russia, potrebbe rendersi necessario il ricorso a un razionamento delle forniture. Quasi tutti i partiti chiedono campagne e norme di risparmio energetico per ridurre i consumi, ma quasi nessuno indica se, in caso di razionamento, si dovrebbero tutelare prioritariamente le famiglie o le imprese. Secondo il responsabile Energia del M5S Girotto bisogna tutelare le famiglie vulnerabili e le imprese che producono beni essenziali. FI chiede che si tutelino le aziende e dice che “saranno le famiglie che ci chiederanno di non fermare le imprese”. La Lega chiede di sfruttare l'interrompibilità prima di ogni razionamento. Il candidato del Terzo Polo Zollino sottolinea che è preferibile attuare politiche di risparmio dei consumi delle famiglie piuttosto che chiudere le aziende.
IL MERCATO È SUPERATO?
L'attuale situazione di crisi dei prezzi sta mettendo sotto pressione i meccanismi di libero mercato che regolano l'offerta e la domanda di energia. Secondo PD, Lega, FI e Terzo Polo il libero mercato resta il modello di riferimento per l'energia. Ciò nonostante, il Terzo Polo propone chiaramente di modificare le regole di libero mercato in questo momento di emergenza, per esempio affidando al Gse il ruolo di acquirente unico “a prezzi negoziati” della produzione elettrica rinnovabile e a carbone. Il responsabile Energia di FdI Procaccini sottolinea invece che, in questo momento, il prezzo dell'energia “non può essere lasciato in balia della speculazione internazionale”. Il M5S evidenzia che l'attuale mercato “non è libero” perché favorisce gli “speculatori” a danno di cittadini e imprese. Verdi-SI chiedono di introdurre “qualche forma di regolazione” per non lasciare i consumatori “in balia di eventi esterni su cui manca ogni forma di controllo”.