Il rinvio di un recupero monstre sulla componente perequazione e la stima “prudente” sui prezzi all'ingrosso decisi dall'Autorità il 1° luglio per calmierare i prezzi dell'energia elettrica del servizio di maggior tutela, richiedono dal prossimo trimestre, per essere compensati, un incremento della somma delle componenti PE e PPE dagli attuali 0,292 €/kWh a circa 0,7 €/kWh, il 140% in più sulla materia prima e il 120% in più sul totale della bolletta o un'iniezione altrettanto imponente di risorse pubbliche. Lo evidenzia nell'articolo che segue Claudio Zocca di Altrabolletta.it. L'analisi è stata pubblicala la prima volta sul sito internet della società di consulenza e la ripubblichiamo con il consenso dell'autore.
Con l'ultimo aggiornamento trimestrale, l'Autorità ha piazzato una bella bomba ad orologeria per i clienti in maggior tutela. Come ricorderete, siamo stati particolarmente sorpresi dall'aumento ben inferiore al previsto per i prezzi dell'energia elettrica a partire da Luglio.
Infatti, la componente PPE è stata più che dimezzata rispetto al valore del trimestre precedente, cosa di per sè abbastanza inusuale visto che copre i costi dell'anno precedente. Anche la componente PE è stata fissata ad un livello ben inferiore a quello dei forward a disposizione già alla metà di Giugno, quando era già possibile intravedere un incremento importante dei prezzi all'ingrosso. Nonostante gli scambi nella seconda metà di Giugno sull'EEX si sono assestati su una media di oltre 330 €/MWh, l'ARERA ha fissato il costo equivalente della materia prima a soli 250 €/MWh, che era il valore assestatosi nella prima metà del mese.
L'impatto delle stime del PUN
Questo ha significato un gap di partenza di oltre 80 €/MWh: considerando che a consuntivo per il mese di luglio appena chiuso si è formato un PUN superiore a 440 €/MWh, ci saranno circa 180 €/MWh di aumento che dovranno essere recuperati nel corso dei successivi aggiornamenti trimestrali. Anzi, considerando che le quotazioni a termine per i mesi di Agosto e Settembre vedono i prezzi in ulteriore rialzo, per una media trimestrale di quasi 480 €/MWh, i minori ricavi da recuperare saranno circa 225 €/MWh. Per evitare questo recupero, tra Agosto e Settembre i prezzi dovrebbero calare a una media di meno di 140 €/MWh, valori che non vediamo da ormai un anno e pari a circa un terzo di quelli attuali. Anche solo per tornare sui livelli forward di metà Giugno, e quindi dover recuperare solo il gap iniziale, servirebbe una diminuzione a 260 €/MWh, poco più della metà del PUN di queste ultime settimane. Francamente, ci sembra abbastanza improbabile che questo possa accadere.
Fortunatamente, nei primi due trimestri del 2022 non ci sono grossi recuperi dal momento che PUN e PE sono rimasti abbastanza allineati. Servirà però recuperare anche la diminuzione della componente PPE, che è stata fatta "in modo tale da mitigare, quanto più possibile, il significativo impatto sulla spesa dei clienti finali in esito al continuo aumento dei prezzi dell'energia" (Delibera ARERA 297/2022). Il valore di 37 €/MWh fissato per i primi due trimestri dell'anno era quello che avrebbe consentito, nel corso del 2022, con la domanda attesa per la maggior tutela, di arrivare a raccogliere risorse sufficienti per rimborsare Acquirente Unico degli extra costi che ha sostenuto nell'anno passato. In pratica, per un piccolo sollievo nel breve termine (e forse, a pensar male, per evitare l'ennesimo aumento in doppia cifra nei comunicati stampa...) si è messa un'ulteriore ipoteca sulle tariffe future.
A posteriori questa riduzione si è rivelata un azzardo non indifferente, che poggiava sulla speranza di un rapido rientro della situazione a livelli più vicini a quelli tradizionali. Come era anche facilmente prevedibile ciò non è avvenuto, e quindi queste risorse saranno comunque da recuperare nei prossimi trimestri, insieme a quelle necessarie per coprire i maggiori aumenti avuti soprattutto nel corso di questo trimestre.
Se il mancato aumento della componente PPE venisse recuperato a partire dal quarto trimestre 2022 e suddiviso anche su tutto il 2023, vorrebbe dire che la componente PPE nel prossimo trimestre dovrebbe non solo tornare al livello precedente, ma anche aumentare di quasi altri 5 €/MWh. Quindi, rispetto al valore attuale di 15 €/MWh la prossima PPE dovrebbe assestarsi intorno a 42 €/MWh, per un aumento di 27 €/MWh rispetto ai valori attuali.
A questo andranno aggiunti all'incirca tra i 90 e i 115 €/MWh, a seconda del PUN che si avrà a consuntivo nel trimestre, relativi a metà della dell'aumento della componente PE. Questo perché la formula di indicizzazione prevista dall'Autorità prevede di recuperare nel corso dei due successivi aggiornamenti trimestrali le differenze tra il PUN consuntivo e il costo coperto dalla componente PE.
Le quotazioni per il quarto trimestre 2022
A questi aumenti per "errate stime" andrà aggiunto il valore dell'energia previsto per il quarto trimestre. Sulla base delle quotazioni a termine scambiate sulla a href="https://www.eeex.com" target="_blank">borsa dell'EEX in questi giorni, l'energia elettrica con consegna da Ottobore a Dicembre 2022 è su prezzi ben superiori a 500 €/MWh al netto delle perdite di rete (mentre le tariffe ARERA sono determinate al lordo, e quindi i prezzi all'ingrosso vanno aumentati del 10,2% per renderli confrontabili).
Complessivamente quindi oggi è pronosticabile che la copertura dei costi della materia prima nel mercato di maggior tutela richiederà nel prossimo trimestre un incremento della somma delle componenti PE e PPE dagli attuali 0,292 €/kWh a circa 0,7 €/kWh, il 140% in più sulla materia prima e il 120% in più sul totale della bolletta.
Non che sul mercato libero vada tanto meglio, ma non dovendo scontare recuperi o riduzioni "allegre" di componenti gli operatori potranno restare allineati ai prezzi all'ingrosso, senza dover applicare i 100 e oltre €/MWh che si dovranno recuperare per il mercato di tutela.
Le conseguenze per il mercato libero
Nel frattempo però il mercato di tutela si trova nella situazione opposta, con prezzi ben inferiori. In questa situazione già tesa, in pratica oggi gli operatori di maggior tutela stanno sostanzialmente effettuando (non per loro volontà) un dumping importante rispetto alle condizioni di mercato a spese dell'Acquirente Unico. Situazione che però prima o poi nel futuro presenterà il conto ed è quindi destinata a capovolgersi. Potrebbe quindi essere un buon momento per trovare una nuova offerta: stipulando il contratto in questo periodo, la fornitura con il nuovo venditore dovrebbe essere attivata giusto da Ottobre 2022, evitando i prossimi aumenti del mercato tutelato.
Tant'è che vi è una tendenziale sparizione delle offerte a prezzo fisso sul mercato libero: ne restano di fatto per pochissimi operatori e per la maggior parte a livelli di prezzo allineati a quelli di mercato, che quindi rendono il confronto con l'attuale condizione di maggior tutela sostanzialmente impari. Se da un lato questo può sembrare un bene, dall'altro ritarda l'arrivo di segnali di prezzo ai consumatori che non hanno particolari incentivi a ridurre la domanda, e ritarda il passaggio a offerte più adatte a situazioni così turbolente che sono apparentemente un enorme aggravio di costo rispetto alle attuali bollette.
Per concludere, l'Autorità quindi si è trovata e un po' cercata una bella gatta da pelare per il prossimo aggiornamento trimestrale. Provvedimenti di limitazione degli aumenti come avvenuti in questo trimestre rischiano di essere ancora più distorsivi della concorrenza se riservati al solo mercato tutelato, ed avere in qualsiasi caso costi esorbitanti (pari a una discreta manovra finanziaria) qualunque sarà la modalità di finanziamento, che sia direttamente tramite le bollette o indirettamente tramite la fiscalità generale.
Comunque vada, ci attendono aumenti significativi nei prossimi mesi, che sia delle bollette o delle tasse non è dato sapersi ma è solo questione di tempo, e prima ce ne renderemo conto e agiremo per ridurre i consumi meglio sarà.