Gli obiettivi su rinnovabili e accumuli al 2030-2035 “sono tecnicamente raggiungibili con relativa facilità, usando tecnologie note, mature e consolidate, oltre che economicamente solide (…) se non riusciremo a farlo sarà solo colpa nostra”. Non poteva essere più chiaro oggi il responsabile Strategia di sistema di Terna, Luca Marchisio, intervenendo in un webinar di Elettricità Futura. Ricordando inoltre che buona parte degli impianti dovrà essere di grandi dimensioni (utility scale) ha poi notato che “da un punto di vista tecnico il tema della disponibilità di suolo non esiste”. Sappiamo dall'Istat, ha detto, “che la superficie agricola non utilizzata ad alcuno scopo è pari a 1,2 milioni di ettari. Usarne solo un 10% basterebbe a raggiungere i target al 2050”, ossia a portare l'Italia a zero emissioni nette. “Il tema – ha concluso – è solo politico e di burden sharing”. Ora è difficile pensare che per Terna “politico” equivalga a dire “non-problema” o problema illusorio, se si pensa quanto tempo ed energie il gestore di rete dedica ogni anno ad affrontarlo, in una continua e faticosa interlocuzione coi territori e le amministrazioni locali sullo sviluppo della propria rete.
Per molti altri però “nodo politico” di localizzazione sembra in effetti lo stesso che dire “ideologico”, quindi sostanzialmente futile e indegno di considerazione. E' l'errore - ci permettiamo di ripeterlo - che rischia di compromettere proprio il raggiungimento dei target. Interloquire con i territori, a cominciare da regioni e comuni, rappresenta un passaggio ineludibile, che nessuna semplificazione potrà bypassare del tutto. Un fatto politico in senso proprio, appunto, come ha capito benissimo il premier Draghi. Da “tecnico” chiamato in campo proprio perché la politica tradizionale non si mostrava all'altezza delle sfide, il presidente del Consiglio più volte ha mostrato di avere ben chiara l'importanza della cosa: ad esempio avvertendo sin dalla prima presentazione al Parlamento del Pnrr che la collaborazione delle articolazioni periferiche dello Stato sarebbe stata decisiva. O ancora, negli ultimi giorni, con la decisione di incontrare di persona a Palazzo Chigi le Regioni che ospiteranno i progetti di bandiera sull'idrogeno. Questioni di forma, che in politica sono sostanza, come anche i tecnici possono (o dovrebbero) capire.