“Il Cane a sei zampe, fedele amico dell'uomo a quattro ruote”, celebre slogan dell'Agip di Ettore Scola, rinvia immediatamente alla strada come luogo della mobilità. E dalla strada sembra partire ancora una volta Eni nell'immaginare il futuro del downstream, oggi davanti alla sfida epocale della transizione energetica. “Partiamo dal presupposto che la stazione di servizio è un luogo di accesso lungo il nastro stradale: può convertirsi in mille modi ma rimane elemento centrale della mobilità. Possono cambiare i vettori, ma lì ci si deve fermare”. Sono parole di Giovanni Maffei, responsabile commerciale raffinazione, bioraffinazione e marketing di Eni, in un'ampia intervista al direttore della Staffetta Quotidiana uscita il 30 luglio. Una conversazione, ripubblicata nel nuovo numero di Today@, che tocca tutti gli aspetti chiave del settore in un momento particolarmente critico: il settore, infatti, già da tempo alle prese con annosi problemi – calo dei consumi, ridondanza della rete, la piaga dell'illegalità – si trova oggi sulla soglia di un cambiamento epocale, di cui è però ancora molto difficile intuire direzione e contorni. Segnale positivo che in un contesto così, torni a farsi sentire la voce del market leader. Parlando all'indomani della conclusione dell'accordo coi gestori per il 2021-23 (di cui diamo ampio conto in questo numero), Maffei non nasconde l'importanza delle sfide e i problemi aperti, ma su ognuno prova a dare risposte, allontanando così l'immagine di un downstream come attività “a perdere”, stretta tra disimpegno degli operatori storici e le scorribande del “nero”. Il gruppo, spiega, ha idee forti sul domani del downstream e le sta già perseguendo.