Quattro anni fa fece un certo scalpore la notizia che per aggiornare la Sen l'allora ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda aveva “assoldato” la società Boston Consulting Group, e che il costo della consulenza era stato pagato da Snam e Terna. Il Fatto quotidiano dedicò alla notizia un titolo in prima pagina.
Una notizia “eclatante”, commentò la Staffetta al tempo (v. Staffetta 4/1/17), “se si considerano le risorse di cui la pubblica amministrazione dispone per lavori di questo tipo”, in primis Gse, Rse ed Enea, per non parlare delle professionalità nei ranghi stessi di via Veneto.
Martedì scorso il Mise ha pubblicato le linee guida per la Strategia nazionale sull'idrogeno (v. Staffetta 24/11), e la storia sembra ripetersi: il file pdf su cui è stata avviata la consultazione porta la firma digitale di Virginie Gaudineau, che lavora come grafica proprio per Boston Consulting Group.
Dei contenuti della Strategia se ne sta sicuramente occupando anche Gilberto Dialuce, probabilmente il più titolato a farlo. Nei giorni scorsi, tuttavia, il vice ministro Buffagni ha tenuto a far sapere che il dossier è nelle mani della sua segreteria, in particolare di Francesco De Mango, ex funzionario Gse e ora, appunto, consulente del Mise. Ora viene fuori che le mani in pasta ce le ha anche Bcg – visto che probabilmente quella firma non riguarda solo la “confezione” formale del documento ma evidentemente anche i contenuti.
Per carità, il dossier è importante e l'Italia ha già accumulato un certo ritardo rispetto ai pari europei, per cui ben venga un "rinforzino": ma le strategie pubbliche non dovrebbero essere definite da strutture dello Stato?