Se gli effetti delle prime misure restrittive di febbraio sulla domanda elettrica erano stati limitati o nulli (v. Staffetta 04/03), ora con l'aggravarsi della crisi e dopo il "lockdown" disposto dal governo sull'intero Paese per contenere l'epidemia di coronavirus l'impatto al ribasso sembra emergere chiaramente dai dati.
La figura a fianco, elaborata dalla Staffetta sulla base dei dati preliminari di Terna, conferma che con la prima definizione della zona rossa solo in alcune zone del Nord Italia, la domanda era rimasta complessivamente poco mossa e allineata sia a quella delle settimane precedenti che al corrispondente periodo del 2019.
Altra situazione si sta vedendo però questa settimana, con l'aggravarsi della situazione e l'entrata in vigore del decreto che ha esteso le limitazioni alla mobilità e ad alcune attività economiche a tutto il territorio nazionale.
A pesare è verosimilmente una pluralità di fattori, da quelli direttamente determinati dalle disposizioni governative, ad esempio con la chiusura di bar e ristoranti dopo le 18 (e da oggi del tutto), a quelli indiretti, legati da un lato al progressivo adeguarsi del Paese alle misure di sicurezza e dall'altro agli effetti destabilizzanti dell'epidemia sulle diverse attività economiche, di cui si iniziano a manifestare i segni.
Più nel dettaglio nelle giornate di martedì e mercoledì la richiesta complessiva è apprezzabilmente inferiore sia a quella delle giornate corrispondenti della settimana precedente sia alla media dei giorni corrispondenti del quinquennio 2015-2019. Il divario in media è di poco meno di un 4% (-3,8%, -4,4% se si considera solo mercoledì). La flessione rispetto ai corrispondenti giorni del 2019 è analoga (3,7%).
Come già evidenziato, nel mese febbraio la domanda elettrica nazionale era rimasta sostanzialmente invariata.
Una situazione analoga emerge dall'analisi dei volumi scambiati sul mercato elettrico, dentro e fuori dalla borsa del Gme, che negli ultimi due giorni deviano visibilmente dall'andamento delle settimane precedenti e dei giorni corrispondenti del 2019 (-2,6% circa la media delle tre giornate 10-12 marzo, -4% se si considera la sola giornata del 12, v. figura a fianco).
Un segnale di frenata sembra vedersi anche nel gas, almeno a guardare ai dati di ieri, che evidenziano un calo infrasettimanale, in particolar modo nel settore civile, non necessariamente legato solo a fattori di temperatura (v. figura).
Sul fronte dei prezzi, infine, il Pun vede da martedì in avanti un'ulteriore lieve flessione, scendendo sotto i 40 €/MWh, ma in sostanza attestandosi sui livelli già depressi dei giorni e settimane precedenti, sotto l'influenza degli impatti del coronavirus sui mercati delle commodity, in primis il gas, con il Ttf olandese che dal 7 marzo viaggia costantamente sotto i 9 €/MWh. In calo anche la CO2 che negli scambi di oggi è scesa ampiamente sotto i 23 €/t. Il Psv è attestato sotto gli 11 € e il delta tra i due mercati nella settimana in corso oscilla tra 1,5 e 2 €.