“Avanti, dai un senso alla mia giornata”, era la celebre battuta di un ancor più celebre ispettore del cinema impersonato da Clint Eastwood, che sfidava il malvivente di turno a dargli un pretesto per usare la sua enorme pistola.
Viene in mente questo a rileggere del recente invito dell'Anci al governo a pubblicare la Cnapi, la carta delle aree idonee alla realizzazione del deposito dei rifiuti nucleari (v. Staffetta 26/09), richiamato nella puntuale disamina dello scaricabarile multipartisan degli ultimi anni pubblicata sabato dal Sole24Ore. Un invito, quello dei Comuni, ufficialmente “per rassicurare i territori”, a cui si sono presto unite anche le Regioni, ma che per molte ragioni suona anche come una richiesta interessata e inconfessabile. Interessata, nello specifico, a rilasciare nelle vene affaticate e povere di idee della politica una forte dose di nimby, propellente impareggiabile per l'attrazione del consenso.
Se pure non è così per tutti, per molti sindaci (e/o aspiranti tali) la pubblicazione della Cnapi, se e quando arriverà, sarà infatti un'occasione formidabile per rinsaldare il rapporto col proprio elettorato, a colpi di dichiarazioni stentoree di indisponibilità. Sempre sul Sole un recente reportage su Tap riportava incredulo la scelta del sindaco di Melendugno di rinunciare a 12 milioni di progetti sociali e ambientali proposti dalla società pur di non compromettere il proprio no. Ma cosa c'è da stupirsi, se l'alternativa è tra 12 mln sul territorio e un'ipoteca sulla (ri)elezione?
E' questa, metaforicamente parlando, la 44 Magnum di Harry Callaghan a cui nessun amministratore (non solo) locale intende rinunciare, per tirare alla Cnapi, al Tap o ad altro ogni volta che fa comodo. Il problema però è che il nodo delle scorie e del deposito va risolto e per farlo servirebbe un vero cambio di passo della politica, locale e centrale. Pubblicando la Cnapi e affrontando la questione senza isteria.