Non mi stupisce che la Staffetta abbia intitolato “dalla paura al sollievo” il commento sulle designazioni per il nuovo vertice di Arera.
Originariamente, grazie al numero ridotto (tre) dei membri del Collegio e al parere vincolante sui singoli candidati di almeno i due terzi dei componenti delle commissioni parlamentari competenti, la capacità professionale e il grado di autonomia dovevano essere tali da garantire anche quei parlamentari che non si riconoscevano nei loro orientamenti culturali o politici. Lo scrutinio dei candidati da parte delle commissioni era di conseguenza molto approfondito e in sede di votazione non mancarono le sorprese.
Il passaggio, col terzo Collegio, a cinque membri ha inevitabilmente riproposto la logica spartitoria e, di conseguenza, reso più blande le audizioni in commissione. Come allora, anche questa volta alla fine si è tirato un respiro di sollievo. Le “indiscrezioni preoccupanti”, menzionate nel commento della Staffetta, non si sono materializzate. La logica dell'appartenenza politica ha però comportato l'esclusione di candidature di elevato livello.
Ciò premesso, concordo con il giudizio della Staffetta: c'è poco di “rottura” nelle persone designate. Quel poco è però sufficiente a determinare una non banale discontinuità rispetto ai precedenti Collegi.
Il presidente designato è il primo nella più che ventennale storia dell'Autorità ad avere alle spalle un'esperienza professionale interamente dedicata alla ricerca e all'innovazione. Una carriera di successo (tra l'altro è co-intestatario di sette brevetti), culminata quasi otto anni fa nella nomina a numero uno di RSE, centro di eccellenza, all'avanguardia nelle tecnologie che sono attualmente cruciali per la realizzazione della transizione energetica: reti intelligenti, fonti rinnovabili, accumuli, mobilità sostenibile. Importante è stato anche il contributo di RSE alla stesura di documenti governativi di notevole rilevanza (ultimo in ordine di tempo, la SEN) e dello stesso Besseghini all'interno ad esempio del Tavolo della mobilità sostenibile.
A questo bagaglio culturale si aggiunge la particolare sensibilità, acquisita da ogni ricercatore di successo, nel distinguere il grano dal loglio all'interno di una qualsiasi proposta innovativa. In una fase che vede il sistema energetico caratterizzato da un tasso di innovazione senza precedenti, si tratta di un valore aggiunto di non poco conto.
La sua conferma da parte delle Commissioni parlamentari competenti (il Senato ha già dato il via libera, lunedì è previsto quello della Camera, ndr) porterebbe quindi al vertice di Arera una persona con una “vision” in sintonia con gli obiettivi che il Piano energia-clima dovrà necessariamente darsi: condizione, questa, necessaria, affinché l'attività regolatoria sia coerente con gli indirizzi del Piano in un settennato (2018-2025) decisivo per la sua attuazione.
Inoltre, altri due membri designati, pur attraverso percorsi professionali diversi, hanno familiarità con le problematiche relative alla politica energetica nazionale, con il mondo istituzionale e in particolare con la regolazione.
Stefano Saglia, attualmente nel board di Terna, è stato vicepresidente della Commissione Attività produttive della Camera, ma soprattutto sottosegretario al MiSE, con delega all'energia, e, dopo le dimissioni del ministro Scajola, lo ha di fatto sostituito nella guida politica del settore proprio nella fase di decollo delle nuove rinnovabili, facendosi apprezzare anche per la sua capacità di ascolto.
Clara Poletti ha trascorso la maggior parte della sua vita professionale all'interno dell'Autorità per l'energia, dove negli ultimi cinque anni è stata prima Capo Dipartimento per la Regolazione, poi – fino a oggi – Direttore della Divisione Energia.
Insomma, tre dei cinque designati hanno familiarità, in un caso forse anche troppa, con l'istituzione alla quale, se confermati dal voto parlamentare, dovranno sovraintendere.
Queste, naturalmente, sono soltanto premesse. Come tutti i budini, per provare che sono buoni, bisognerà mangiarli, ma per averne una certa quantità disponibile non dovremo aspettare molto.
Il prolungato periodo di gestione degli affari correnti ha infatti accumulato sui tavoli di Arera una mole di arretrati, che obbligheranno il nuovo Collegio alla confezione accelerata di un numero considerevole di budini, sempre che l'attrito di primo distacco e la numerosità del Collegio non rendano troppo complicato il processo decisionale.
Qui si parrà la nobilitate del nuovo presidente, al quale e agli altri commissari nell'interesse del Paese auguro un proficuo e buon lavoro.