Ieri la Staffetta ha compiuto 85 anni: un'occasione per ricordare due figure che hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua storia. Tra i doni dell'età, c'è anche quello di poter dire, come fa Giuseppe Accorinti quando parla di Mattei, “io c'ero”. Nel mio caso, lavorando da oltre 40 anni nella redazione del giornale, quello di aver conosciuto personalmente Goffredo Cozzi, di aver collaborato con lui nel giornale per dodici anni a partire dal dicembre 1976, di aver imparato da lui a comporlo e dirigerlo e di essere stato presente nel 1988, quando morì all'età di 83 anni, al passaggio del testimone alla figlia Marina che già dal 1973 lo aveva affiancato nell'attività editoriale. Aveva deciso di fondare la Rivista Italiana del Petrolio all'inizio degli anni '30, osservando che in Italia scarse fossero le conoscenze e l'interessamento sui problemi di una fonte che si avviava a diventare preminente nel panorama energetico italiano. Tra i criteri ispiratori, illustrati nell'editoriale che apriva il numero del 31 maggio 1933, quello di “rendere un servigio a quanti, occupati per lo svolgimento delle loro funzioni amministrative o tecniche, non possono seguire e coordinare il vasto materiale informativo in continua rapida evoluzione di cui hanno bisogno”. Chiamando a raccolta i conoscitori della materia e “tutti coloro che in un campo così vasto e appassionante possono intervenire con notizie e studi da pubblicare nella rivista”.
Aveva 27 anni, ma sapeva di cosa parlava e scriveva perché già da otto anni a Bergamo lavorava nel settore petrolifero e ne conosceva le problematiche. Gli obiettivi che si era proposto di perseguire si rivelarono tuttavia troppo ambiziosi per una pubblicazione mensile. Da qui la decisione, presa quasi subito, di affiancarle una pubblicazione settimanale che chiamò Staffetta di Informazioni Petrolifere, nome che richiamava l'immagine del messaggero e del corriere già adottata da altre illustri testate e che gli portò fortuna. Il primo numero uscì il 9 novembre 1935 e presto diventò bi-settimanale, nel 1955 tri-settimanale e nel 1963 quotidiana assumendo il nome di Staffetta Quotidiana, testata che dal 1°gennaio 1973 assorbì e sostituì a tutti gli effetti la Rivista che restò come ragione sociale della casa editrice. Tutte vicende narrate con dovizia di particolari in “75 anni di energia” il volume di 350 pagine uscito nel dicembre 2008 per impulso della figlia Marina, da ieri disponibile online sul sito della Staffetta.
La nascita della Rivista coincise tra l'altro con l'emanazione il 2 novembre 1933 del decreto-legge n. 1741, che per anni costituì il codice o, meglio, la carta fondamentale dell'industria petrolifera italiana, ancora oggi citato in molti provvedimenti. Di cui Goffredo Cozzi promosse la traduzione in inglese allegata alla prima edizione della Guida del Petrolio uscita alla fine del 1934, una delle sue iniziative editoriali più apprezzate. Arrivata nel corso degli anni alla nona edizione.
Con il fondatore, quando arrivai alla Staffetta, c'era anche Alfredo Giarratana, il suo amico fraterno, “il più anziano e costante collaboratore della Rivista Italiana del Petrolio e della Staffetta”, come amava definirsi, che ebbe il merito tra l'altro di allargarne la sfera di interesse ad altre fonti di energia a partire dal metano. Un rapporto, iniziato nel 1938 che, quando si spense a 92 anni alla fine dell'agosto 1982, stava per tagliare il traguardo dei 50 anni. Uomo dalla personalità poliedrica, che ha speso la sua vita fra impegnativi incarichi imprenditoriali, parlamentari e giornalistici: presidente per 15 anni dell'Asm Brescia, presidente dell'Agip a 38 anni dal 15 ottobre 1928 al 16 febbraio1932, fondatore nel 1923 del Popolo di Brescia, relatore in Parlamento di molti provvedimenti relativi all'energia. Che dopo la guerra, chiamato da Mattei, fu consulente dell'Eni dal 1953 al 1967. La sua amicizia con il fondatore risaliva all'inizio degli anni '30 e dal 1938 aveva cominciato a scrivere sulla Rivista di cui nel giugno 1940, allo scoppio della guerra, su invito di Goffredo Cozzi richiamato alle armi, tenne per quattro anni la direzione. Lo conoscevo dal 1961 e alla Staffetta lo incontravo ogni lunedì quando veniva a portare il suo “rilievo” e la sua rassegna stampa per il numero settimanale del lunedì successivo, fedele ad un impegno di collaborazione rispettato da anni con articoli che si distinguevano sempre per competenza, lucidità e indipendenza di giudizio. E ogni lunedì era l'occasione per Febo e Giarra, come amichevolmente si chiamavano, per rinsaldare la loro amicizia e riandare alle tante vicende di cui erano stati partecipi, testimoni e custodi e alle tante iniziative realizzate insieme. Tra cui il numero speciale della Rivista uscito il 31 dicembre 1972 per celebrare i 40 anni del giornale: con una cronologia curata dallo stesso Giarratana dei primi cento anni del petrolio in Italia e una serie di note biografiche, circa 80 schede, dei suoi pionieri e dei suoi protagonisti, dal 1870 al 1970. Un numero da collezione.
Due figure che hanno segnato indelebilmente la storia della Staffetta e la sua mission nel campo dell'informazione specializzata. Consentendole negli anni di restare se stessa. Che spiega anche come, nonostante le prove e le sfide che ha dovuto superare, questo giornale sia riuscito a restare fedele alla sua ispirazione iniziale, senza che ciò fosse di ostacolo ad un allargamento e ad un rinnovamento costante dei suoi contenuti e dei modi, anche grafici e mediatici, per presentarli e comunicarli. E perché dal 1933 sia rimasto in mano alla stessa famiglia di editori. Che ne ha garantito sempre l'indipendenza.