Diversamente dagli Usa, in Italia non esiste la “Castle Doctrine”, ossia il diritto alla difesa (anche con la forza) dell'abitazione. In compenso ben noto è l'adagio di non aprire agli sconosciuti. Massima senz'altro valida anche nei moderni mercati dell'energia, che nonostante siano (quasi) prossimi alla completa apertura regalano non di rado spiacevoli episodi.
Quello che segue si è verificato nei giorni scorsi proprio sull'uscio di casa (a Milano) allorquando, a metà pomeriggio, dopo educata scampanellata si presentava al cospetto di scrive un azzimato giovanotto con giacca, cravatta e cartellina. Il ragazzo ha esordito citando un presunto avviso in cui si avvertiva che proprio quel giorno sarebbe avvenuta una verifica se la casa fosse servita con tariffa mono o bioraria. Cosa, ha aggiunto, che gli sarebbe stato semplice appurare se gli avessi mostrato il contatore e/o bollette. Chi scrive dopo un primo momento di sbigottimento si è sentito legittimato a chiedere da parte di chi venisse una simile richiesta. La risposta è stata che veniva da A2A e che, in caso di diniego, nulla sarebbe successo, salvo la necessità di lunga fila presso gli uffici dell'azienda suddetta. A questo punto, spontanea è stata la deduzione che il giovane rappresentasse A2A. Troppo semplice. La risposta è stata che, come senz'altro io sapevo, dal 2018 non sarebbe stata più A2A a servire Milano ma un'altra società: la IREN ossia la Industria Rete Elettrica Nazionale (sic) con sede a Torino; e, in effetti, la parola IREN era appuntata su una cartellina trasparente in mano al ragazzo. A questo punto, quando l'autocontrollo iniziava a vacillare, la richiesta è stata di poter avere un biglietto da visita e se lui non fosse, per avventura, piuttosto l'addetto di un'agenzia di vendita. Perentorie sono state le negazioni e al posto della carta da visita è spuntato un volantino – vero – di IREN (il cui nome per inciso non è un acronimo ma nasce dalla contrazione tra Iride e Enìa, fusesi nel 2010).
Chi scrive conosce diverse persone che, in ruoli di responsabilità, lavorano – per davvero – in IREN: tutte specchiate; suona inconcepibile che una società seria possa servirsi di agenzie del genere. Per inciso, gli addetti in giro per il palazzo erano almeno due e realmente era stato apposto un avviso di A2A, relativo però alla posa della fibra ottica.
Si può anche ipotizzare che IREN non c'entri nulla e la raccolta fraudolenta dei dati con successivo contratto non richiesto avrebbe potuto, in realtà, interessare ancora un'altra società. Comunque stiano le cose è palese che la sfiducia virale generata da questi comportamenti invasivi e truffaldini può provocare danni che neanche la più efficace delle campagne informative o la più comprensibile delle offerte standardizzate potrà arginare.