È singolare che l'unico chiarimento che il ministro ha ritenuto di fornire alle notizie di stampa sulla Sen sia stato un tweet in cui rivendica le proprie scelte e non smentisce che il “conto” della consulenza di Boston Consulting sia stato pagato dai due Tso (cosa tutt'altro che normale). Ed è singolare che queste informazioni, di grande rilevanza politica e di interesse generale (come sottolineavamo già a metà dicembre chiedendoci chi stesse riscrivendo la Sen), vengano date solo sui social network e non compaiano, ad esempio, sul sito istituzionale del ministero dello Sviluppo eocnomico.
Forse può essere considerato normale che il ministero ricorra a società private per “istruire” la pratica dell'aggiornamento della Sen. Tanto più se si considera che anche per la Sen “originaria”, quella firmata da Corrado Passera (ex McKinsey) e dall'allora capo dipartimento energia Leonardo Senni (ex McKinsey), fu chiesta una consulenza privata (a McKinsey, appunto).
Ma restano comunque tante le questioni politiche che riguardano la Sen e che non possono certo essere liquidate con un tweet: quale peso avranno nell'aggiornamento degli obiettivi della Sen le due società partecipate dallo Stato e inevitabilmente portatrici di un proprio interesse particolare? E che peso avrà la società di consulenza? Perché Enea, Rse, Gse e le stesse strutture ministeriali non sono state ritenute idonee a raccogliere elementi di giudizio per aggiornare al Sen?