Le bioenergie rappresentano il 61% del totale delle energie rinnovabili consumate nella Ue e si apprestano a diventare la prima fonte “autoctona” di energia, sorpassando il carbone. I dati sono nel rapporto 2016 sulle biomasse pubblicato giovedì scorso dall'associazione europea di settore Aebiom (in allegato il documento di sintesi).
Secondo Aebiom, il contributo delle bioenergie è indispensabile per raggiungere gli obiettivi della Cop21 di Parigi sul clima.
Il settore del riscaldamento e raffreddamento, sottolinea l'associazione, rappresenta la metà dei consumi energetici della Ue a 28 ed è dominato dai combustibili fossili (82%), mentre l'installazione di nuove stufe a pellet e di caldaie efficienti a cippato potrebbero determinare un drastico miglioramento dell'indipendenza energetica Ue (Cina e Stati Uniti hanno una dipendenza dall'estero di meno del 20%, mentre la Ue importa il 53% della sua energia).
Le foreste europee, prosegue la nota Aebiom, sono in costante crescita, al ritmo di 322.800 ettari l'anno - quasi l'equivalente di un campo di calcio ogni minuto. Attraverso la gestione attiva e sostenibile delle foreste, la raccolta della legna può aumentare la produttività delle foreste e l'assorbimento di CO2.
Per realizzare il pieno potenziale delle bioenergie è necessario un quadro politico stabile, mentre gli obiettivi non vincolanti sulle rinnovabili a livello nazionale e il continuo rinvio della legislazione in materia di sostenibilità della biomassa stanno già avendo ripercussioni sugli investimenti.