Il rapido progresso della tecnologia nell'ambito delle batterie potrebbe avere significative implicazioni negative per il mercato del credito, in particolare per le posizioni del settore petrolifero e di alcune utility elettriche. È quanto sostiene l'agenzia di rating Fitch in un rapporto pubblicato martedì.
Usando le batterie nelle reti elettriche si può infatti stabilizzare l'apporto di rinnovabili, andando a scapito di quelle utility che producono elettricità attraverso centrali a gas o carbone. Quanto all'utilizzo delle batterie nel settore dei trasporti, l'auto elettrica – sostiene Fitch – potrebbe diventare una concreta alternativa ai motori a combustione, mettendo a dura prova l'industria petrolifera, che dipende per il 55% dal settore dei trasporti. Le aziende che producono energie rinnovabili potrebbero invece aumentare significativamente la loro quota di mercato, usando gli accumuli per contrastare l'intermittenza dell'approvvigionamento.
Tuttavia l'agenzia “concede” un po' di tempo all'industria petrolifera perché possa organizzarsi e diversificare il proprio business. Secondo il rapporto ci vorranno infatti almeno 20 anni perché i veicoli elettrici possano raggiungere un quarto del parco auto mondiale, considerando un tasso di crescita del 32,5% annuo. Anche se ci sono stati rapidi progressi nelle tecnologie che riguardano gli accumuli, e tutto lascia immaginare che ancora ce ne saranno, restano in piedi altre barriere che limitano la diffusione di veicoli elettrici. Tra questi, Fitch ricorda la necessità di investimenti in infrastrutture di ricarica e la vita relativamente breve dei veicoli elettrici, stimata in circa 20 anni.
A calmierare gli effetti dannosi per il settore petrolifero c'è anche un altro fattore. La crescita complessiva della flotta globale, dovuta all'aumento di vendite nei mercati emergenti, dovrebbe compensare l'elettrificazione dei parchi auto nelle economie consolidate.
Ma l'agenzia non risparmia toni allarmanti perché, sostiene, “il declino del petrolio è ormai una storia raccontata a memoria”. C'è quindi da aspettarsi una riduzione della domanda di combustibili fossili e un mercato con una domanda strutturalmente in calo “sarà molto più rischioso per tutte le compagnie petrolifere, con lunghi periodi di prezzi bassi e di incertezza degli investimenti, come dimostra la crisi attuale dei prezzi del petrolio”.
Inoltre c'è il rischio che gli investitori inizino a muoversi, spostando capitali, prima ancora che si compia concretamente la transizione energetica all'elettrico. Perciò l'invito di Fitch alle compagnie petrolifere è quello di reagire presto. “Molti stanno già muovendo i primi passi, per esempio verso la diversificazione in batterie, fonti rinnovabili o concentrandosi di più sul gas naturale, e molti stanno partecipando attivamente al dibattito intorno alle fonti di energia del futuro”. Una diversificazione che se non altro, rileva Fitch, può mettere in guardia le compagnie petrolifere dal rischio che i mercati girino loro le spalle.