Ha destato interesse l'articolo della Staffetta sulla norma della Legge di Stabilità, che grazie a un emendamento presentato alla Camera, ha aperto a Gala la possibilità di rinegoziare un contratto di fornitura di elettricità con Consip divenuto per l'azienda troppo oneroso (v. Staffetta 18/1). Interesse e perplessità. Nei giorni successivi un duro articolo su un quotidiano ha definito la norma, con ogni evidenza ritagliata sul caso specifico, legge “ad aziendam”. Più di recente Simona Benedettini è tornata sul tema sul noto blog di economisti noiseFromAmeriKa.org. E oggi il presidente di Aiget Michele Governatori, in una dichiarazione alla Staffetta, ha seccamente preso le distanze dalla norma.
In effetti l'intera vicenda richiama casi analoghi degli ultimi anni, in cui, a quanto pare, quando una legge entra in contrasto con l'interesse particolare di qualcuno, pur magari tutelando quello dei più, basta cambiarla. Era accaduto con Alcoa, che in due gradi di giudizio i tribunali amministrativi avevano condannato a restituire 78 milioni di euro ai consumatori – e a cui un emendamento bipartisan tolse le castagne dal fuoco nel 2012 (v. Staffetta 03/09/14).
Accade ora con Gala che dopo aver per mesi chiesto senza successo a Consip di rivedere la convenzione; dopo che il suo caso aveva trovato ascolto e sostegno (forse un po' avventato) del maggiore giornale economico italiano nonché del noto commentatore Enrico Cisnetto (della cui agenzia di comunicazione Gala è casualmente cliente); e dopo aver incassato un “no” del Tribunale di Roma a una revisione alla luce delle norme vigenti; ha infine visto tali norme modificate in suo favore da una proposta del'on. Simoni (Pd) col sostegno del relatore Tancredi (Ap).
Governatori coglie nel segno, il punto è uno solo: il rischio di impresa. Nessuno obbligava la società a partecipare alla gara, tantomeno a offrire sconti così aggressivi e neppure da ultimo – nota ancora il presidente Aiget – a non coprirsi adeguatamente contro i rischi di fluttuazione. Per di più, avendo in Cda l'ex presidente Consip Gustavo Piga avrebbe dovuto ben conoscere termini e rischi di operazioni del genere. Infine Gala non è certo l'unica a soffrire per il calo dei prezzi del petrolio o per gli altri radicali cambiamenti che hanno colpito l'energia negli ultimi anni. Perché la legge deve tutelare solo lei da scelte fatte in piena libertà, il tutto a spese dei contribuenti? Si contano a decine le società del settore petrolifero (e non solo) che hanno chiuso i battenti in questi anni di crisi per investimenti avventati o rivelatisi troppo disallineati rispetto allo scenario.
Questo senza contare – ma nel settore la cosa non è certo sfuggita – che, forse nel tentativo di conferire un'aura di equidistanza alla norma, si è introdotto un alea non da poco sulle gare future: in caso di scostamenti di prezzo superiori al 10% e tali da alterare un “equilibrio contrattuale” non meglio definito (auguri all'Aeegsi che dovrà provarci) da oggi anche la Consip potrà chiedere revisioni del prezzo in caso questo si alzi “troppo”. Per la sicura gioia delle aziende vincitrici. Ma forse allora i più furbi riusciranno a far passare un'altra leggina.