I prezzi biorari per il servizio elettrico di maggior tutela per ora non cambieranno nonostante quanto previsto dall'art. 1 comma 1 della legge Destinazione Italia 9/14, che incaricava l'Autorità per l'energia di aggiornarne i criteri sottostanti. Lo ha stabilito il regolatore con la delibera 170/2014/R/eel. L'Aeegsi nella delibera spiega infatti che da un lato si conferma tutt'ora il disallineamento tra l'attuale sistema di prezzi biorari - più alti di giorno (fascia F1) e bassi di sera-notte (fascia F23, media tra serale F2 e notturna F3) - e l'andamento dei prezzi all'ingrosso, in cui i prezzi in F2 superano quelli in F1. La situazione è anzi peggiorata nel 2013 con un differenziale che ha superato il 5% contro meno del 3% nel 2013. Dall'altro il regolatore, confermando una valutazione già fatta nel 2013 (v. Staffetta 23/05/13), sottolinea l'assenza di certezze sulla stabilità nel tempo di tali cambiamenti. Ciò, aggiunge ancora l'Aeegsi, anche alla luce dell'evoluzione in corso delle regole di funzionamento e di alcune altre determinanti del mercato, tra cui “la diffusione di nuove tecnologie e/o assetti di produzione/consumo quali pompe di calore, accumuli e autoproduzione, la progressiva flessibilizzazione del parco termoelettrico per modulare la produzione da fonti non programmabili e l'incidenza - anche sulle strategie di offerta degli operatori - delle prospettate revisioni della disciplina del dispacciamento e dell'architettura del mercato elettrico (quali, a titolo di esempio, l'eventuale modifica delle regole di funzionamento del mercato italiano in ragione dell'integrazione con i mercati esteri, l'approvvigionamento dei servizi di riserva sotto forma di opzioni sulle bande di capacità regolante, la definizione di prezzi di sbilanciamento nodali)”. Senza dimenticare, infine, l'ancora non chiara evoluzione delle tecnologie di metering. Da qui, vista la complessità e l'onerosità di un cambiamento a fronte di un quadro incerto, la scelta di lasciare tutto com'è pur continuando a monitorare la situazione. Alla luce di analoghe considerazioni nei mesi scorsi l'Autorità aveva suggerito in una segnalazione la soppressione dell'art. 1 comma 1 del Destinazione Italia (v. Staffetta 13/01).