A causa delle inattese e forti trasformazioni che hanno interessato il mercato elettrico (domanda debole e boom delle rinnovabili), nel 2012 il prezzo dell'energia nelle ore serali ha superato in media quello di mezzogiorno in otto mesi su dodici, chiudendo l'anno con un differenziale medio positivo e rendendo inefficiente il sistema dei prezzi biorari, che premia con prezzi inferiori chi consuma dopo le 19.
In sostanza, per i tre quarti centrali dell'anno appena concluso, i consumatori italiani – che per la gran parte hanno contratti di fornitura in maggior tutela con prezzi biorari – hanno continuato a pagare meno i loro consumi serali, nonostante l'Acquirente Unico, che approvvigiona per loro l'energia sul mercato all'ingrosso, la pagasse di più che nelle ore centrali del giorno.
A evidenziarlo sono la fig. 1 (v. allegato), che mostra l'andamento delle medie mensili del prezzo sulla borsa elettrica per fascia oraria nei 12 mesi, e la fig. 2, che rappresenta l'andamento mensile del prezzo di cessione dell'energia dall'AU ai venditori attivi nel mercato di maggior tutela – valore da cui dipende direttamente il prezzo finale definito trimestralmente dall'Autorità.
In entrambi i casi si può notare che tra marzo e ottobre del 2012 i due prezzi nella fascia oraria F2 (dalle 7 alle 8 e dalle 19 alle 23 dal lunedì al venerdì e il sabato dalle 7 alle 23) sono stati costantemente superiori a quelli in fascia F1 (dalle 8 alle 19 dal lunedì al venerdì), che invece tradizionalmente e fino al 2011 era sempre stata quella più costosa, perché caratterizzata dalla maggiore domanda.
In media nel 2012 il prezzo di borsa in F2 ha superato quello in F1 di quasi 2 euro/MWh e il prezzo di cessione AU di oltre 3,3 euro. Nel periodo marzo-ottobre il delta in borsa ha oscillato tra gli 0,95 euro di settembre e i 15,96 euro di agosto, per il prezzo di AU tra i 3,9 euro di luglio e i 20,85 euro di agosto (v. figg. 3 e 4).
La causa di questo stato di cose, come già evidenziato più volte (v. Staffetta 19/04/12), sta nel nuovo scenario di mercato, determinatosi già nel 2011 ma accentuatosi nel 2012: in un sistema già caratterizzato da consumi in calo il forte sviluppo di capacità eolica e soprattutto fotovoltaica ha sottratto spazio alle centrali termoelettriche convenzionali nelle più soleggiate ore centrali del giorno, facendo calare i prezzi. Ciò ha indotto gli impianti termoelettrici a tentare di coprire i costi, a volte non compensati dai prezzi di borsa nelle altre ore, nelle ore in cui la produzione solare viene meno. Inoltre lo stesso boom del Fv ha reso necessario un maggior ricorso alle centrali convenzionali per compensare i cali serali di produzione solare, anche per esigenze di equilibrio della rete. Non è una caso che il delta tra F2 e F1 sia stato più alto nei giorni di maggiore insolazione e di minore domanda elettrica (ad agosto* e nei giorni festivi).
I prezzi biorari al mercato di maggior tutela, definiti dall'Autorità, distinguono tra due sole fasce orarie: la F1 e la F23 (ore serali e notturne e giorni festivi). Il prezzo di quest'ultima risulta da un media ponderata tra F2 e F3 (ore notturne dalle 23 alle 7 e giorni festivi), il cui prezzo come emerge dalle fig. 1 e 2 si è invece mantenuto assai inferiore alla F1 per tutto l'anno.
Tale meccanismo ha di fatto "protetto" i consumatori – che con l'avvio delle biorarie nel 2010 sono stati incoraggiati a spostare i consumi proprio nelle ore serali – da un imprevisto aumento di costi. Come si vede dalle figg. 5 e 6, infatti, il differenziale tra F1 e F23 per la componente energia e dispacciamento dei prezzi biorari domestici, pur ridottosi a fine anno ai minimi storici (0,85 cent/kWh contro i 2,25 cent del 3° trimestre 2010), resta tuttora positivo.
Nel contempo però la prevalenza di prezzi in F2 superiori a quelli in F1 ha di fatto reso inefficiente il meccanismo delle biorarie, creando un sussidio incrociato – come evidenziato sopra - tra consumi in F1 e in F2. Esattamente il genere di distorsione che l'introduzione delle biorarie mirava a eliminare, imputando al consumatore il giusto prezzo (e costo ambientale) dell'energia a seconda dell'ora del giorno.
Lo scorso anno l'Autorità aveva annunciato l'intenzione di rimettere mano al meccanismo per renderlo coerente col nuovo scenario ma poi ha decisamente frenato sulla prospettiva di cambiare la struttura dei prezzi biorari. A pesare verosimilmente è l'incertezza sul futuro. Dopo un anno non è ancora del tutto chiaro in che misura il nuovo stato di cose diventerà strutturale (a novembre e dicembre la F1 è tornata a superare la F2) e il rischio è di lanciare un segnale ai consumatori che potrebbe rivelarsi di nuovo sbagliato.
*Nota: vale sottolineare ad esempio che in agosto, per la prima e finora unica volta dalla sua istituzione, il prezzo di acquisto di Acquirente Unico sulla borsa nelle ore fuori picco ha superato quello nelle ore di picco (92,14 €/MWh contro 88,91 €/MWh)