Google ha siglato un contratto di acquisto di energia di lungo termine (corporate Ppa) da 500 MW da fonte nucleare con Kairos.
Il contratto, la cui durata non è stata divulgata, prevede il ritiro da parte del colosso di Mountain View dell'energia che sarà prodotta da una serie di piccoli reattori modulari (Smr), che Kairos Power sta sviluppando in Usa, per utilizzarli nei suoi data center, settore dove la domanda elettrica è attesa in forte crescita nei prossimi anni (v. Staffetta 28/06).
Secondo la nota di Google si tratta del primo corporate Ppa da Smr multipli e il primo reattore dovrebbe entrare in funzione nel 2030, con altri attesi nei cinque anni successivi.
Google non è il primo grande operatore IT a guardare al nucleare, alla ricerca di quantitativi di energia a basse emissioni di CO2 per alimentare i propri centri dati.
A settembre ad esempio Microsoft ha annunciato di aver siglato un Ppa 20ennale per ritirare energia dalla centrale di Three Miles Island, colpita da un famoso incidente con fusione parziale del nocciolo del reattore n. 2 nel 1979 e con il secondo reattore, il n.1, fermato nel 2019 ma che dovrebbe riprendere l'attività nel 2028 dopo una ristrutturazione.
A metà marzo Amazon Web Services ha raggiunto un accordo da 650 mln di dollari per acquistare da Talen Energy un data center alimentato da una delle più grandi centrali nucleari degli Stati Uniti, la Susquehanna Steam Electric Station (SSES) da 2,5 GW nella Contea di Luzerne.
A testimonianza di come il nucleare sia tra le opzioni considerate delle imprese interessate ad abbattere il tasso emissioni dell'energia che consumano, in Europa sempre ieri il gestore di mercarti Epex ha annunciato che a partire dall'asta di ottobre sulle garanzie d'origine consentirà lo scambio anche di titoli negoziabili che certificano l'origine nucleare dell'elettricità.