Truffa ai danni dell'Inps ed evasione Iva. È quanto riscontrato dalla Guardia di Finanza di Albenga presso un distributore autostradale dell'Autostrada dei Fiori.
Dalle indagini, si legge in un comunicato, è emerso che i dipendenti venivano licenziati e continuavano a svolgere “in nero” l'attività lavorativa, per percepire l'indennità di disoccupazione.
Inoltre il gestore del distributore ha occultato al Fisco oltre 1,3 mln di euro tra ricavi non dichiarati e costi fittizi derivanti dall'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Le Fiamme Gialle hanno monitorato, per settimane, ciò che accadeva all'interno dell'area di servizio autostradale, anche mediante l'ausilio di riprese video-fotografiche che hanno consentito di dimostrare come i dipendenti “in nero” erano quotidianamente presenti sul luogo di lavoro, seguendo turnazioni di servizio come se fossero regolarmente assunti.
Le indagini successive hanno consentito di appurare che le due società che negli ultimi anni hanno gestito il distributore, in forza di un contratto di associazione in partecipazione con uno dei principali operatori del mercato petrolifero, per 3 anni non avevano presentato le previste dichiarazioni ai fini dell'Iva e delle imposte dirette.
Numerose le violazioni riscontrate nel comparto “lavoro”: sono state comminate sanzioni amministrative per oltre 600.000 € e constatata la presenza di otto dipendenti “in nero”, oltre all'omesso versamento di circa 65.000 € di ritenute d'acconto sugli stipendi del personale dipendente. Il principale responsabile della frode è stato denunciato con altre 5 persone alla Procura della Repubblica.
I reati contestati sono truffa ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, l'omessa presentazione della dichiarazione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Della vicenda è stata anche interessata la Procura Regionale presso la Corte dei Conti di Genova, per il recupero del danno erariale causato dall'indebita percezione delle indennità di disoccupazione erogate.
E' al vaglio degli inquirenti, conclude il comunicato, anche la posizione di altre due società romane che hanno emesso fatture false per un importo di circa 400.000 €.